Anche se vorremmo evitarci l’argomento, che troppa sofferenza ci trasmette, non possiamo non soffermarci di nuovo un attimo sulla farsa delle elezioni. Non stiamo parlando, come ovviamente sapete, delle elezioni in Stati a noi lontani e non stiamo contestando ipotetiche manipolazioni alla democrazia di qualche presunto despota; niente di tutto questo. Ci riferiamo a tutte le elezioni democratiche in generale e alle elezioni del 9 aprile in Italia in particolare. Non è il luogo questo per affrontare i semplici ed illuminanti concetti, che ormai circolano in tutti gli ambienti da anni, capaci di spiegarci come le elezioni democratiche non siano altro che una presa in giro, soprattutto in tempi in cui i mass media imperano incontrastati. Vogliamo solo far notare come nel caso di queste elezioni nel nostro paese, per mobilitare più elettori possibili, per allargare al massimo gli utenti, i clienti o meglio i sudditi della democrazia, ci si è rivolti a mezzi che in questi termini non vedevamo da anni. Ambienti che in tempi normali rivendicano la propria autonomia e giustamente si rallegrano della modernità delle proprie idee, scartate dalle logiche del passato, tutto un tratto, chiamati a raccolta dagli schieramenti oligarchici liberal-democratici, si trovano sulle stesse posizioni di un secolo fa. Ed allora di nuovo scontri in piazza, di nuovo antifascismo a fiumi, di nuovo anticomunismo come se piovesse. “Uccidere un fascista non è reato”, “difendere la patria dal comunismo” sono frasi che bene o male credevamo non essere più di moda; ed invece di moda lo sono ancora, e lo sono perché servono a chi deve raggiungere la maggioranza dei voti per avere la possibilità di non cambiare nulla, ma di occupare comodi posti di prestigio, a superare un avversario che è la copia esatta di se stesso, ma deve premiare altre persone. Gli ambienti che in tempi normali sono i più illuminati, hanno dimostrato la loro vera natura e quindi in un’apoteosi di giuramenti di fedeltà agli Stati Uniti, al simpaticissimo stato di Israele da una parte e dall’altra ci si fa una guerra non si sa bene giustificata da cosa. Pur di fregare le persone (perché di fregatura si tratta) sono tornate addirittura le “squadracce” da sostenere, le “brigate” partigiane con tanto di montagna incorporata, ci aspettiamo a giorni la scesa dei nazisti in Italia, lo sbarco americano al sud, intanto il “comunisti bollitori di bambini” lo hanno già tirato fuori. Le elezioni bellezza! Fra tante sciocchezze, ma che pesano sul nostro futuro ci pare il caso chiudere con due frasi gridate dagli inquilini di un palazzo sotto del quale cinque (5!) manifestanti facevano chiasso: “siete dei poveracci”, ma soprattutto “fatemi riposare!”.
Matteo Pistilli - Patria nr. 13 - aprile 2006
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