Come possiamo noi, dal momento che su tutte le prime pagine dei giornali troviamo articoli sulla crisi del calcio, non occuparci e dire la nostra su questo fatto? Potremmo benissimo in verità, ma qualcosa da ribadire la troviamo sempre, per quello che vale. E sulla questione della corruzione nel mondo del calcio, più che i singoli nomi, più che le modalità degli intrallazzi, quello che ci preme dire sono due cose distinte; che prendono il via da tale problema, ma si allargano ad altri ben più seri ed importanti aspetti. La prima ed elementare riflessione è che ancora una volta ci siamo distinti, noi italiani, come popolo di corrotti. Possiamo indignarci quanto ci pare verso i governi asiatici, orientali, sudamericani ecc.. a causa della corruzione dei quali li incolpiamo, ma con un po’ di autocritica in più risulterebbe molto chiaro che la nostra indignazione, non solo è immotivata, ma è strumentale al raggiungimento di scopi geopolitici atlantici. Gli Stati che di volta in volta accusiamo di mala gestione della cosa pubblica, sono guarda caso, sempre quelli sui quali l’unica super potenza rimasta ha messo i propri occhi e noi, da bravi schiavi, li ad obbedire. Saremmo proprio gli ultimi nel mondo a dover parlare. L’altro aspetto degno di nota della questione è invece l’uso interessato fatto della moviola calcistica. Non stiamo qui a lamentarci di un rigore non assegnato alla nostra squadra del cuore, bensì a sottolineare ancora una volta, il potere dei mass media e degli opinion maker, in ogni campo. Certo, nell’ambito calcistico può pure non importarci delle malefatte messe a tacere in questo modo (sebbene l’onestà vada pretesa sempre e ovunque), ma quando pensiamo che come può essere truccata una moviola così può essere truccato un telegiornale, un film, un giornale, una trasmissione, un’opinione di un esperto, allora la cosa diventa seria. E la saggezza popolare, che spesso non sbaglia, ci suggerisce che mai e poi mai le idee, le notizie diffuse dai grandi media sono completamente disinteressate, soprattutto in un sistema liberale clientelare come quello “occidentale”. Nascondendo un evento, facendolo vedere da un’angolazione favorevole o sfavorevole, commentando in maniera totalmente interessata, si riesce senza alcun dubbio a metterci in testa delle opinioni ovattate, comode per chi detiene le redini di questo potere. Così si evitano seccanti proteste e prese di posizione di chi sarebbe contrario ad una determinata malefatta ed in più si convincono le persone che in realtà la malefatta è un opera di bene. Bisognerebbe riflettere di più sul potere della comunicazione di massa.
Pistilli Matteo - Patria n.15 - giugno 2006
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