Sentiamo troppo spesso nei commenti dei mass
media e dei vari parolai da copertina la condanna di idee, insegnamenti,
esperienze e persone accusate di essere collegate con fascismo o comunismo.
Purtroppo a cadere in questo tranello sono spesso coloro che non
accontentandosi dell’attuale sistema politico, cercano, come naturale, risposte
in esperienze passate e concluse, ma che hanno rappresentato le uniche
alternative al mondo globalizzato e liberale odierno. Ma quello che
bisognerebbe avere ben chiaro, oltre alla necessità di applicare valori ed
esperienze comuni passate, all’oggi, quindi per forza di cose totalmente
ri-pensate, è che la condanna nel fascismo o del comunismo fanno parte dello
stesso genere di idee. Infatti chi si attacca nel 2010 all’antifascismo, quindi
facendo la propria battaglia contro un nemico inesistente politicamente e anche
idealmente, oltre ad essere destinato alla sconfitta ed alla disperazione,
perché non si vince contro un nemico inesistente, sarà naturalmente portato a
schierarsi contro il comunismo. E viceversa. Quante volte infatti sentiamo
dirci “il fascismo ha creato tante distorsioni e ingiustizie” e poi incalzati
da qualcuno abbiamo sentito aggiungere “certo anche il comunismo che ha fatto
anche più morti”. Se la logica per giudicare esperienze passate è la conta dei
morti, in realtà niente sarebbe più terribile dei milioni di cadaveri fatti
dalle potenze democratiche: basti pensare che gli unici a sganciare una bomba
atomica su una popolazione inerme e a guerra finita sono stati gli Stati Uniti.
Ma in realtà questo genere di discorsi si basano su una concezione della storia
buona per MTV, una storia ripulita e corretta da chi ha vinto, prima contro il
fascismo e poi contro il comunismo: così è stato possibile la dannazione di
tali esperienze e l’elogio dei vincitori. E a nulla valgono le idee per cui “il
fascismo vero non è quello che è stato attuato” o lo stesso “Stalin non era
comunista, lo stalinismo non è vero comunismo”. Fesserie buone per chi vuole
farsi ingannare dalle parole dei novelli tiranni democratici. Chi accetta
l’anticomunismo per forza sarà portato ad accettare l’antifascismo in quanto
sono formati dalla stessa materia, rispondono alla stessa identica logica di
ignoranza della storia e delle idee: il rifiuto di esperienze alternative all’attuale
dominio globalizzato liberale e democratico, dipinte come feroci, assassine
senza il minimo di correttezza e sincerità. Oggi il vero totalitarismo si vede
nella dannazione di queste idee, falsamente accomunate alla destra ed alla
sinistra: quando poi mai un comunista (vero) si è definito di sinistra (anzi
Marx diceva che destra e sinistra sono categorie borghesi) e mai un fascista
(vero) si è definito di destra (Mussolini parlava chiaro sottolineando che il
fascismo non poteva essere catalogato con queste categorie). Dietro
all’antifascismo c’è per forza di cosa l’accettazione dell’anticomunismo e
dietro l’anticomunismo ci sarà la condanna del fascismo visto come esperienza
negativa come l’altra.
Noi invece vi chiamiamo ad accendere il
cervello non cadendo nei tranelli ideologici dei dominanti. Coma mai oggi ci
presentano Chavez, Putin, Ahmadinejad, Fidel Castro, Hu Jintao, Kim Jong Il
ecc.. - simboli fra l’altro totalmente diversi fra loro - un giorno come
perfidi comunisti un giorno come perfidi fascisti? La storia va ripensata, le
idee anche, ma non bisogna avere paura di guardare ovunque, anche a fascismo e
comunismo così da poter elaborare nuove idee capaci di fronteggiare l’odierno
consumismo “democratico” che vuole invece distruggere tutto ciò che gli si
oppone.
M. Pistilli - Patria n. 24 - giugno 2010
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