giovedì

Destra, sinistra, elezioni

Non ci vuole tanto, basta chiedere in giro cosa ne pensino le persone dei significati dei concetti “destra” e “sinistra” per capire una grande verità: non ne ha nessuno la minima idea. Meglio, molti risponderanno con tante belle parole eleganti ed apparentemente convincenti, ma dietro quel diluvio di frasi preconfezionate, se volessimo avere davvero delle risposte, non troveremmo niente di vero o niente di condivisibile. Questo non è solo una particolarità dei semplici cittadini o militanti, ma è la prassi anche se si prendono in esame i leaders politici che a questi concetti si richiamano a piè sospinto. Per ognuno di loro, da qualsiasi parte si collochi, è nel proprio schieramento che si trovano sempre gli stessi valori, che badate bene valgono proprio per tutti: giustizia, benessere, sicurezza, libertà sono solo alcuni termini usati per delineare le qualità delle due “correnti”. Non si vuole qui dire che sono quelle qualità ad essere sbagliate, giammai, sono talmente giuste che vanno bene anche per chi scrive, quello che si vuole dire è che non ci sono particolari qualità proprie di una “sinistra” e qualità proprie di una “destra”. Le due correnti gemelle che si vogliono perennemente e irriducibilmente in contrasto sono in realtà le facce di una stessa medaglia, due specchietti per allodole. Questa divisione, infatti, risponde a logiche vecchie, ma vecchie di decenni e che oggi non hanno più ragione di esistere, se non negli interessi degli stessi politici e parlamentari, che sulla suddivisione del sistema democratico in due poli fanno la propria fortuna e quella delle oligarchie capitalistiche. Non è il caso di ripetere che, differenze a livello sistemico o ideologico non si trovano nemmeno con il lanternino; ci troviamo di fronte a due lobby, in Italia come altrove, che con metodi di marketing pubblicitario e sfruttando le etichette, i loghi “sinistra” “destra”, si giocano e si spartiscono il mercato. Detto questo non possiamo che ringraziare i rappresentanti delle cosiddette ali estreme dei due schieramenti, che, presentandosi fedelissimi a questa bella presa in giro, non fanno che confermarci che non sono meglio di altri; vecchi comunisti, vecchi fascisti e via dicendo, sono entrati con pieni meriti nelle coalizioni e ci dimostrano appunto il loro carattere reazionario. Non importa che tutte queste alleanze vadano poi in porto, ma basta che qualcuno consideri logico, come avviene oggi, che un qualsiasi rappresentante che si vorrebbe rivoluzionario, vada a sedersi a fianco dei soliti azzeccagarbugli politici, per confermarci che non troveremo risposte in quei paraggi.

Matteo Pistilli - Patria n.12 - marzo 2006

Nessun commento: