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Referendum e bipolarismo

Un aspetto positivo dell’insediamento del nuovo governo di “centro sinistra” (e abbondiamo con le virgolette che qui cosa significhi sinistra o destra ce lo devono ancora spiegare), è che finalmente possiamo toccare con mano cosa vuol dire avere al governo questa classe dirigente e possiamo vedere infine quali sono le differenze con la sedicente opposizione di “centro destra”. Già in pochi mesi la questione si è dispiegata chiaramente. Dapprima il referendum sulla riforma costituzionale con l’unico scopo di legittimare le risicate elezioni politiche di aprile. L’oggetto del contendere non è stato il merito della riforma bensì il voto plebiscitario verso un Si che avrebbe premiato l’odierna opposizione o un No che ha riconosciuto la vittoria della maggioranza. Tutto qui. Infatti il tipo di riforma che si è per ora respinta (e per noi, se proprio vogliamo schierarci, questo è un bene) è , in un sistema liberaldemocratico di tipo “occidentale”, inevitabile. Da qui a qualche anno avverrà certamente una riforma in quel senso liberal-federalistico auspicato da tutta la classe dirigente europea (filo occidentale). Non è un caso che le prime riforme costituzionali in questa direzione qui in Italia siano state compiute proprio dal “centrosinistra” con la riforma dell’articolo 117, riforme proseguite con il “centrodestra” e ora frenate solo dalla particolare situazione politica italiana a ridosso delle avvenute elezioni. Dietro la balla del bipolarismo in verità si nasconde un sistema coerentemente liberaldemocratico capace di sfruttare la percezione dell’alternanza per riformare a senso unico la società. Lo si è visto anche con il fatto che le prime decisioni del nuovo governo insediato, abbiano riguardato la ricerca sugli embrioni, una delle poche scelte che devono essere prese per forza quando il pendolo del bipolarismo oscilla a “sinistra”; non che poi la destra voglia abolire tali scelte, assolutamente queste rimarranno in vigore perché fanno parte della logica di questo sistema; la “destra” visto le categorie che deve rappresentare (per imposizione) non può fare autonomamente questo tipo di scelte deve aspettare che le faccia l’altra faccia della medaglia, così come la “sinistra” non può dare finanziamenti pubblici alle scuole private (perché gli ipotetici rappresentati non sarebbero d’accordo), ma di certo si guarda bene dall’annullare queste scelte fatte dal “centro destra”. Lo stesso avverrà con il concedere la possibilità alle coppie gay di avere figli, che verrà concessa da “sinistra” e avallata da “destra”. Per concludere, sembra ovvio che non è in questo sistema che troveremo un futuro socialista, futuro che va cercato altrove.

Matteo Pistilli - Patria nr. 16 - lugio 2006

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